Capoeira - I quilombos e Zumbi di Palmares

E’ sbagliato pensare che gli africani accettarono remissivi la loro condizione, perché ovunque ci sia un uomo in catene, c’è una rivolta.

Molti schiavi riuscirono a liberarsi e a perdersi nel mato (foresta) organizzandosi in villaggi detti quilombos , i cui abitanti erano chiamati quilombolas. Nei quilombos gli schiavi si riorganizzavano secondo le loro antiche modalità, riproponendo i loro usi e costumi e spesso ospitando anche indios e, si dice, anche dei bianchi.

I quilombos sono stati dei veri e propri laboratori culturali in cui gli africani riproponevano gestualità e aspetti di una cultura forzatamente abbandonata, cercavano di non dimenticare le loro credenze e i loro rituali. Dunque, i movimenti di lotta non erano solo un'espressione di ribellione, ma un vero e proprio tentativo di preservare le tradizioni, l'identità e la memoria.

Si dice che la capoeira abbia trovato proprio nei quilombos terreno fertile per evolversi, lontano dalla costrizione lavorativa e dal controllo feroce di uomini senza scrupoli.

Il più famoso e più grande quilombo della storia del Brasile è il Quilombo di Palmares, situato nel Nordest. Contava migliaia di abitanti, era ben organizzato e per decenni resistette agli attacchi dell’esercito. Era una vera e propria spina nel fianco del sistema schiavista.

Zumbi fu l’eroe di Palmares. Nacque nel quilombo agli inizi del 1655, quindi nacque libero, ma ancora neonato fu dato in regalo a padre Antonio Melo, che si occupò della sua crescita e della sua educazione religiosa. Crebbe quindi libero, conoscendo della schiavitù solo i racconti terribili dei più vecchi. Ma crescendo prese coscienza della situazione dei suoi fratelli africani, e capeggiò le lotte del suo popolo contro i bianchi che tentavano di distruggere Palmares, diventando leader non solo della lotta dei quilombolas, ma di tutti gli africani che ancora vivevano come schiavi.

Zumbi fu ucciso nel 1695, durante una delle offensive dell’esercito. La sua testa rimase giorni e giorni esposta nel centro della città di Recife.