Capoeira - L’abolizione

Il Brasile abolì la schiavitù nel 1888 con la Lei Áurea. Sebbene per molto tempo ancora la tratta proseguì illegalmente, con questa legge una popolazione numericamente importante (la popolazione nera era di gran lunga superiore a quella bianca) si ritrovò non solo libera dall’oggi al domani (senza conoscere il significato di “essere libero”), ma anche nullafacente.

Nel 1865 il Brasile dichiarò guerra al vicino Paraguay per ragioni di confini. Moltissimi schiavi furono mandati al fronte con la promessa dei loro padroni che, ritornati dalla guerra, avrebbero ottenuto la alforria (libertà). Moltissimi morirono in guerra, quelli che tornarono, divennero liberi, o per lo meno, ebbero la facoltà di scegliere se rimanere nell’engenho, o se andarsene.

Molti di questi “combattenti” erano famosi capoeiristi, anzi, i capi militari li sceglievano apposta per le loro doti fisiche e per la loro agilità. Famoso fu il corpo degli Zuavos che aveva il compito di sfondare le trincee nemiche e ingaggiare una lotta corpo a corpo con armi da taglio.

La maggior parte degli ex schiavi si riversò nelle città più importanti: Rio de Janeiro, Recife, Salvador de Bahia creando scompiglio, paura, attentando alla sicurezza e all’ordine stabilito. Vennero chiamati desordeiros, bandidos, vagabundos; si organizzarono in bande metropolitane pericolosissime (le famose maltas di Rio de Janeiro) al servizio dei potenti, dei politici e dei capi militari.

I governi federali e l’esercito intrapresero una vera e propria guerra contro le bande di capoeristi che si aggiravano dappertutto e ovviamente impararono anche i colpi segreti di questa lotta.

Tutte queste vicissitudini, nel bene e nel male, ebbero l’effetto di diffondere la capoeira anche tra i bianchi.

Per rendere l’idea di quanto fosse considerata pericolosa la capoeira e quindi perseguita, il Codice Penale del 1892 comprendeva numerosi articoli che regolamentavano le punizioni (prigione compresa) inflitte a tutti coloro che si esibissero in strade e piazze pubbliche in esercizi di agilità e destrezza fisica, con o senza l’uso della navalha (coltello) conosciuti col nome di capoeiragem.